lunedì 14 maggio 2012

A bug's life...ends

Questa sera sono andato ad allenarmi al parco e un sacco di moscerini hanno cercato di suicidarsi nella mia bocca. Un po' come succede andando in moto. Ah, i moscerini. Tutti noi ne portiamo sempre a casa qualcuno dai nostri giri su dueruote. Sul giubbotto in pelle, sulla visiera del casco, sui fari della moto e, se usate uno di quei nuovi giubbotti estivi con inserti in rete, ne pescate così tanti che neanche San Pietro nel lago di Tiberiade.


Angolo della brava casalinga su due ruote: 1) latte detergente per il corpo, come consigliano le signorine motoaperitiviste, 2) panno, straccio o pelle di daino, 3) olio di gomito. E il giubbotto torna come nuovo. Applicare la procedura anche a visiera, casco e parti della moto utilizzando prodotti specifici et voilà. Come nuovi. Ciao ciao moscerini del c***o. Però, il giubbotto pieno di moscerini è un po' come le saponette consumate. Troppo cool.


I moscerini sono come le cicatrici del guerriero, il segno tangibile della velocità. Vedi questo? Eh, quel curvone al Ghisallo. E lui? Povero, è andato incontro al suo destino scendendo dallo Stelvio. Ma il mio preferito resta questo qui, sì questo piccolo che si vede ormai poco ecco, lui mi ha preso in piega scendendo dal lago. Perché in fondo, un po', noi vogliamo bene ai moscerini e ci dispiace essere il loro trasporto ultimo.


Certo, perché ci sporcano la giacca! Il motoaperitivista dice: pulitevi il giubbotto, il casco e la moto dopo ogni singolo giro. Perché un motoaperitivista deve essere impeccabile, lui sì che va sempre in moto con stile. Ci vediamo in strada o al bar.

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