martedì 17 luglio 2012

Modern classic, instant cult

La moto perfetta per l'aperitivo non esiste. Vanno tutte bene se chi le "indossa" lo fa con stile. E per noi lo stile è tutto. Complice un amico (e ottimo lettore) che è alla disperata ricerca della sua moto da aperitivo, ho iniziato a riflettere su quale moto-di-moda-oggi potrei orientarmi nel caso dovessi cambiare la mia Triumph.


Fermo restando che 3 è il numero perfetto. Non ci credete? Qualche esempio: MotorheadPaolo Maldini e "Io, te e un'amica?". A parte questa verità assoluta del motociclismo, le moto che vanno per la maggiore oggi sono le modern classic, le repliche vintage e di queste, quasi nessuna ha un motore a 3 cilindri.


Non ho mai guidato una Triumph Thunderbird 900, ovviamente l'unica opzione valida sarebbe la Sport perché non mi ci vedo proprio con una Legend, si tratta comunque di una moto pesantuccia e con una ciclistica che non mi permetterebbe di guidare come sono abituato. Ok la presenza, ma io la moto la guido, non la mostro soltanto al bar.


Il mio conce ha una Sport in vetrina "che non vendo perché questa è mia" e se glielo chiedo son sicuro che me la fa provare, quindi mai dire mai. Restando in casa Triumph scarto la Bonneville perché ce l'hanno tutti e la Scrambler perché ce l'hanno quelli che non hanno la Bonneville. Thruxton? Una CB750 Four si guida meglio...quando si dice naked truth.


Ma allora cosa rimane? Una vera moto d'epoca è troppo delicata per i miei gusti e una special café racer su base moderna non mi ispira, anche se in giro ne ho viste di bellissime. Rimane soltanto lei, quella che non direste mai, quella che non vuole nessuno perché è scomoda da morire. Quella che se non la fanno più un motivo c'è davvero.


Non sono mai stato un ducatista e probabilmente mai lo sarò, ma la guardo e per una volta mi sento fiero di essere italiano: Ducati SportClassic Sport 1000: il mio cuore da motoaperitivista si accende solo per lei. Sì, lo so che ha il serbatoio in plastica che scolora, le forche son da rifare e la sella è dura. Ma questa non è bella soltanto da vedere. Ci vediamo in strada o al bar.

giovedì 12 luglio 2012

Hai comprato la moto sbagliata

Hai comprato la moto sbagliata. Questo disse mio padre vedendo in garage una Triumph invece di una Harley-Davidson, come da tradizione di famiglia. Non mi parlò per una settimana. Fra tutti gli harleysti di famiglia, solo un mio cugino osò appoggiare pubblicamente la mia scelta. Un mese dopo permutò la sua Fat Boy con una BMW GS1200-modello-coda-di-paglia.


Non è semplice scegliere una moto. Specialmente se è la prima e non se ne è mai guidata una. Ci si può lasciar affascinare dalle custom per poi scoprire che forse era meglio prendere una enduro. Si sognano i cordoli da affrontare su una supersportiva, ma si finisce a maledire i semimanubri per il mal di schiena. La cosa migliore sarebbe provare tanti modelli e capire bene che tipo di motociclista si vuole diventare.


Per quanto riguarda il motoaperitivismo, non importa il tipo di moto: c'è sempre un modo per essere cool e alla moda con tutte, ovviamente nel rispetto del modello scelto. Di solito un motociclista ci mette un po' per capire quale modello meglio si confà alla propria indole, oppure cambia gusti con il tempo. Anche mio padre, prima delle Harley ha avuto diverse Honda, Gilera e Benelli, alcune più sportive, altre più turistiche.


Fermo restando che spesso non si possono provare diversi modelli e che nemmeno gli amici sono disposti a lasciar guidare la propria moto a chi, forse, non ha ancora la patente. Anche perché magari quel particolare modello non si adatta a un neofita. Anch'io sconsiglio la mia a chi è alle prime armi, ma sento invece molti consigliarla. Punti di vista.


Soprattutto, un particolare modello viene spesso consigliato per alcune caratteristiche quali la potenza, la maneggevolezza, l'altezza della sella e il peso, senza pensare che una moto è soprattutto motore. Anzi: carattere del motore, che in quanto tale deve andare d'accordo col carattere di chi la guida. Io per esempio non amo le quattro cilindri giapponesi. Mi piace che il motore salga di giri rotondo e lineare, ma vorrei più schiena, coppia in basso e soprattutto: risposta al gas.


Ma le moto non erano tutte uguali? Sì, uguali. O sono tutte diverse? Sì, diverse. A me piace, per esempio, che la mia Triple nasconda un'anima hooligan sotto una patina di britannico understatement ed è questo che voglio trasmettere ai ragazzi alle prime esperienze: fatevi molte domande, chiedete tanti pareri, ma poi ragionate con la vostra testa. Se vi interessa lo stile e vi sentite dei futuri motoaperitivisti, non preoccupatevi ora della cromatura o della giacca coordinata, quello verrà in seguito. Preoccupatevi della storia d'amore con la vostra moto.


Spesso, proprio come fanno le ragazze, prima vi lanciano un segnale, ma voi le ignorate. Poi vi accorgete e provate ad avvicinarle, allora queste si fanno negare. Ma se è quella giusta lo capirete all'istante. Quando presi la Triple ne provai sette e la mia non era nè la più bella, nè quella tenuta meglio. Ma guidandola ho sentito che era lei, quella che avrei portato a casa. Ci vediamo in strada o al bar.

martedì 3 luglio 2012

L'eterna lotta tra cintura e serbatoio 3: la legge delle curve

Il motoaperitivista apprezza l'estate nonostante in questa stagione la sua cavalcatura si trasformi in una centrale atomica su due ruote. E proprio perché ama le gonne corte, le canottierine, i sandaletti, gli hot pants e i vestitini (sì, anche quelli a fiori), sulle fanciulle che passeggiano lungo i marciapiedi mettendo a dura prova la sua capacità di condurre una motocicletta, non approva chi si ostina a vestire la propria moto.



La moto è un mezzo che si guida con il corpo. Va sentita e capita, il motociclista ci si deve fondere per riuscire a condurla a dovere. E' un'estensione del proprio corpo. E' proprio questa fusione tra uomo e macchina, tra il freddo acciaio e la carne riscaldata dalle emozioni che solo la velocità sa dare, a infondere fascino alle dueruote. Pertanto, l'acciaio va percepito, ammirato, accarezzato e lasciato respirare.



Nelle puntate precedenti abbiamo già parlato dalle fibbie, ma anche dalle cerniere dei giubbotti e di come sia importante proteggere il serbatoio della propria motocicletta dai graffi. Oggi il motoaperitivista se la prende con alcuni accessori molto diffusi tra alcune categorie di motociclisti e che, per quanto utili e funzionali, sono decisamente out e da evitare se state andando all'aperitivo. Se vi preparate per Capo Nord ve lo concedo.



Il copriserbatoio in pelle: ok, se guidi una custom e alcuni modelli di modern classic/cafè racer, per le quali vanno comunque preferite le guancette laterali, ma decisamente out su enduro, stradali e sportive. Mi riferisco a quegli accrocchi, a volte anche colorati, che cingono totalmente il serbatoio della moto e ai quali vanno poi agganciate le borse morbide da viaggio. In alcuni casi se ne agganciano ben tre. Orrore!



Le manigle da serbatoio: se la vostra zavorra non ha ancora imparato come ci si comporta da passeggero in moto, fatele leggere la guida che trovate qui. Interrogatela e fatela ripetere. Datele degli esempi e provate con delle simulazioni finché non impara. Ma mai e poi mai montate sulla vostra moto quelle oscene maniglie da serbatoio. Se il dio delle bielle e dei pistoni lo avesse voluto, le moto sarebbero state inventate così.


La borsa a sgancio rapido: ok, è comoda. Ok, non rovina il serbatoio. Ok, non è un brutto copriserbatoio in pelle, ma si installa come le orrende maniglie e il suo gancio rimane montato anche quando togliete la borsa rovinando la linea della motocicletta. E non finirò mai di ripeterlo: per noi lo stile è fondamentale. State andando all'aperitivo, non in viaggio e dovete essere alla moda. La personalità prima di tutto. Sempre.



Il motoaperitivista dice: se il motore è il cuore della vostra moto, il serbatoio è l'anima, l'eleganza fattasi metallo, la sensuale linea che divide l'asfalto e il cielo. Immaginate una gocciolina di condensa che scivola sopra quelle forme come fosse sudore sul corpo della vostra ultima conquista, non vorrete coprirla? Ci vediamo in strada o al bar.