domenica 10 giugno 2012

Sayonara Speed Tribes

Se questo blog deve trattare di moda-da-moto, è bene allora prendere in considerazione tutte le sue manifestazioni, anche quelle più kitsch e stilisticamente barbare, qualora entrino di forza nella cultura, o nelle sottoculture, moderne. Oggi parliamo di Bosozoku, la tribù della velocità sfrenata.


Nati in Giappone tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli '80, altro non sono che le bande di mototeppisti di cui tanto si è sentito parlare in fumetti manga e cartoni animati (ma anche ottimi film d'autore). Il Giappone è infatti un paese che si fonda su contraddizioni e ne fa un'arte: se da un lato è il più grande produttore di motociclette, i motociclisti sono ancora visti quasi solo come teppisti. Merito dei Bosozoku.


In una società così rigida e gerarchizzata fin dall'infanzia è normale che i giovani, già di natura ribelli, decidano di opporsi drasticamente alle convenzioni sociali. Oltre a riunirsi in bande di teppisti, alcuni elevano la propria motocicletta a simbolo di contestazione e appartenenza a una sottocultura che non si adatta.


I Bosozoku si fanno riconoscere per le moto pesantemente customizzate e l'abbigliamento ispirato ai piloti kamikaze della Seconda Guerra Mondiale. Usano riunirsi in grandi gruppi e girare di notte per le periferie delle grandi città (ovviamente con scarichi aperti) tormentando i residenti e scontrandosi con altre bande rivali.


Inutile dire che il loro stile sia ridicolo e pacchiano, per non parlare di come sono soliti ridurre le proprie motociclette, spesso infatti applicano schienalini altissimi e cupolini rialzati, non solo antiestetici, ma anche molto poco aerodinamici. E non sono neanche troppo rare le moto dipinte di rosa brillante.


Se volete approfondire la conoscenza con questa particolarissima sottocultura motociclistica, vi consiglio due film del regista giapponese Sogo Ishii: Crazy Thunder Road (1980) e Burst City (1982). Il Motoaperitivista dice: va bene la cultura, ma guai se vi trovo in giro conciati così! Perché noi non siamo teppisti. Noi andiamo sempre in moto con stile. Ci vediamo in strada o al bar.

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