lunedì 25 giugno 2012

Scalda a mille gradi e batte a quattro tempi

Milano è un forno crematorio, non solo per le idee, per le quali è già meglio di molte altre città italiane, ma nella metropoli la gente impara a diventare grigia come l'asfalto e a non salutarsi neanche quando vive sullo stesso pianerottolo. Altrettanto fanno i motociclisti. Io continuo a fare almeno un cenno col casco o col piede quando incrocio o supero qualcuno. Come si fa in provincia.


Se non ho le dita sulla frizione azzardo anche un cenno con la mano o un saluto militare un po' sborone. Eh, lo so, che ci posso fare...tradizioni di famiglia. Ma non solo non vengo quasi mai ricambiato, spesso gli altri dueruotisti sembrano quasi indignati e offesi. Cos'è? Si fa ancora a gara a chi ce l'ha più grosso (il motore)? Sei contento tu col T-Max perché mi lasci indietro al semaforo? Lo sarebbe anche la Yamaha.


Non bisogna sempre correre. E' bello anche andare a passeggio. Osservare cosa succede, tenere sempre gli occhi davanti e tutto intorno, per fare attenzione a quei pazzi che guidano con il cellulare infilato nel casco. Agli idioti che passano col rosso, sempre, specialmente se devono girare subito a destra. Alle biciclette indisciplinate e ai ragazzini con lo scooter che ti tagliano la strada perché "ho tenuto dietro uno col 600".


Confesso che con questo caldo faccio fatica a infilarmi nella tuta di pelle e sono davvero tentato di girare per il centro in t-shirt, pantaloni, sneakers, casco, paraschiena e guanti. Come vedo fare a un sacco di gente. Ma poi, ne vale la pena? Sudare, sudo lo stesso: cavalcare un triple è come tenere una stufa in mezzo ai coglioni, è risaputo. Meditate gente. L'asfalto graffia anche a 50 all'ora e si è più sicuri al Cavatappi che in Corso Buenos Aires. Period.


La moda. La moto. L'aperitivo. La pelle. Mentre prego al dio delle bielle e dei pistoni per un weekend dal meteo favorevole ascolto Nena che canta una versione rock remixata di Irgendwie, Irgendwo, Irgendwann e penso all'amica che oggi mi ha detto: "Toh, un motociclista dall'animo romantico" come fosse un'assurdità, l'eccezione alla regola del duro e puro, ribelle senza una causa.


Forse una causa non ce l'ho, però so che non sarò uno di voi. Non diventerò grigio, freddo e vuoto. Perché ho un cuore più grande, che scalda a mille gradi e batte a quattro tempi. Il motoaperitivista non può non essere romantico. Mentre si allaccia la giacca, infila il casco e aggiusta i guanti, sa che l'importante è soltanto andare, ma sempre con stle. Ci vediamo in strada o al bar.

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